Dopo la devastazione del terremoto del 1968, Gibellina venne ricostruita diventando un museo en plein air. Invece di riedificare nelle vicinanze dell'antica Gibellina, la cittadina fu ripresa una ventina di chilometri più a valle. Per la ricostruzione, l'ex sindaco della città Ludovico Corrao ebbe l'illuminata idea di "umanizzare" il territorio chiamando a Gibellina artisti di fama mondiale come Pietro Consagra e Alberto Burri; quest'ultimo si rifiutò di inserire una sua opera nel nuovo contesto urbano, realizzò il Cretto di Burri, o Grande Cretto, sulla vecchia Gibellina. Il Cretto è un gigantesco monumento della morte che ripercorre le vie e vicoli della vecchia città, una delle opere d'arte contemporanea più estese al mondo. All'appello del sindaco risposero anche Mario Schifano, Andrea Cascella, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Franco Angeli, Leonardo Sciascia. La città si trasformò in un immenso laboratorio di sperimentazione e pianificazione artistica. A Gibellina hanno luogo le Orestiadi, rappresentazioni classiche che attirano ogni anno moltissimi visitatori. Si svolgono in estate e spaziano dalle rappresentazioni teatrali a quelle musicali, dalla pittura alla scultura, al cinema. Tra le tante cose da vedere: la Chiesa Madre di Ludovico Quaroni, i Giardini Segreti di Francesco Venezia, la Porta del Belice di Pietro Consagra, Piazza XV Gennaio 1968 con la Torre Civica-Carrilion di Alessandro Mendini, il Sistema delle piazze (di Laura Thermes e Franco Purini), il Monumento ai Caduti.